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Concorso scuola Infanzia e Primaria

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Concorso straordinario docenti scuola dell’infanzia e primaria: il MIUR pubblica diverse FAQ
I principali argomenti affrontati riguardano i contributi di segreteria, i requisiti accesso e i servizi.

da: MIUR

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Faq
D: Sono una docente in possesso del diploma magistrale conseguito prima del 2001-2002, a seguito di provvedimento giurisdizionale, sono stata nominata in ruolo con clausola risolutiva. Usufruisco della riserva di posti di cui alla legge 68 del 1999. Sulla domanda di partecipazione al concorso straordinario posso dichiarare, ai sensi dell’art. 4, comma 6, lettera q), del bando, al pari dei docenti a tempo determinato, il certificato di iscrizione ai centri per l’impiego?
R: Sì, in quanto nei casi in cui l’aspirante non possa produrre il certificato di disoccupazione, poichè occupato al momento della presentazione della domanda, potrà comunque dichiarare nella domanda polis, al pari del personale a tempo determinato, la data e la procedura nella quale ha presentato in precedenza, il certificato di disoccupazione.

D. Posso partecipare sia per i posti comuni che di sostegno?
R: Sì. Fermo restando il possesso dei requisiti (diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/2002 o laurea in scienze della formazione primaria, servizio prestato in una scuola statale per due annualità anche non continuative negli ultimi otto anni e ove si concorra per il posto di sostegno, anche diploma di specializzazione), il bando offre un ventaglio di quattro possibili candidature:
1. posto comune scuola primaria;
2. posto comune scuola dell’infanzia;
3. posto sostegno infanzia;
4. posto sostegno primaria.
Il candidato può presentare domanda per uno o più dei posti su indicati.

D. Il Bando prevede il pagamento di un contributo di segreteria di 10 euro. Io vorrei partecipare per diverse tipologie di posto o per la stessa tipologia di posto nei due gradi di scuola considerati. Come devo effettuare il pagamento?
R: Il pagamento deve essere effettuato distintamente per ogni procedura a cui si partecipa. Quindi, se si partecipa per più tipologie di posto o ordini di scuola, il pagamento deve essere effettuato per ciascuna tipologia di posto / ordine di scuola per cui si concorre. È possibile effettuare più pagamenti in un’unica soluzione.

D. Il servizio che ho prestato in una scuola dell’infanzia paritaria integra le due annualità, anche non continuative, previste dal bando come requisito di partecipazione?
R. No. Il servizio utile ai fini del possesso dei requisiti di partecipazione è esclusivamente quello svolto presso scuole primarie o dell’infanzia statali, come docente di posto comune o di sostegno, nel periodo compreso tra l’anno scolastico 2010/11 e l’anno scolastico 2017/18.

D. Come calcolo l’annualità utile ai fini della partecipazione al concorso?
R. L’annualità è tale se il docente ha prestato servizio per almeno 180 giorni anche non continuativi nello stesso anno scolastico o se ha prestato servizio ininterrottamente dal primo febbraio fino alle operazioni di scrutinio finale, ovvero fino al termine delle attività nella scuola dell’infanzia. Si considera valido ai fini del possesso dei requisiti concorsuali anche il servizio prestato in parte su posto di sostegno, in parte su posto comune, purché nello stesso ordine di scuola.

D. Che cosa s’intende con l’espressione ‘servizio specifico’?
R. Per servizio specifico s’intende il servizio prestato nello stesso ordine di scuola. Pertanto, il candidato che abbia prestato i due anni di servizio su posto comune o su posto di sostegno, ovvero abbia prestato un anno scolastico di servizio su posto comune della scuola primaria e un altro anno scolastico su posto di sostegno sempre della scuola primaria, potrà presentare domanda di partecipazione al concorso in quanto risulta soddisfatto il requisito delle due annualità di servizio specifico. Viceversa, non assolve al requisito richiesto il candidato che abbia maturato le due annualità di servizio parte nella scuola dell’infanzia, parte nella scuola primaria.

D. Se invio la domanda in formato cartaceo con raccomandata A/R all’Ufficio Scolastico Regionale della regione dove intendo sostenere la prova o presso la sede centrale del Ministero, la domanda ha lo stesso valore di quella inviata tramite Polis?
R. No. L’inoltro telematico della domanda di partecipazione attraverso il sistema informativo POLIS costituisce modalità esclusiva di partecipazione alla procedura concorsuale. Come chiarito nel bando, le istanze presentate con modalità diverse non saranno procedibili.

D.È valido il servizio prestato in scuole diverse nello stesso anno scolastico?
R. Sì, purché il servizio sia stato prestato nello stesso ordine di scuola (solo infanzia / solo primaria).

D.È valido il servizio prestato con un contratto sino all’avente diritto trasformato in altro contratto fino al 30/06 o 31/08?
R. Sì, certo.

D. Ho diversi periodi di servizio prestato nello stesso anno scolastico come docente a tempo determinato nella scuola primaria / dell’infanzia. Come devo dichiarare i servizi?
R. Nel caso di servizi non di ruolo che si sovrappongono si possono presentare 3 situazioni: – i due servizi coincidono completamente: in questo caso deve essere dichiarato solo uno dei servizi; – un servizio è completamente incluso in un altro: in questo caso deve essere dichiarato il periodo di servizio più ampio;
– i due servizi si sovrappongono solo per un periodo: in questo caso deve essere dichiarato un unico periodo di servizio indicando come data di inizio quella del servizio che inizia prima e come data finale quella del servizio che termina dopo

D.Perché nella mail pervenuta da Istanze on line si parla di domanda “inoltrata per convalida”?
R. Ferma restando la possibilità di controllo e verifica sul contenuto della domanda prodotta dal candidato da parte dell’USR responsabile della procedura (art. 3 comma 4 del bando), il processo di verifica del possesso dei titoli di accesso prevede che siano considerati tecnicamente convalidati i titoli (culturali e di servizio) per cui l’aspirante risulti inserito negli archivi del sistema informativo del MIUR.
Se ‘sconosciuto’ al sistema, il candidato dovrà dichiarare, sotto la propria responsabilità, di essere in possesso dei titoli di abilitazione/specializzazione e di servizio richiesti per partecipare al concorso. Tali dichiarazioni dovranno essere successivamente verificate per la convalida dall’USR responsabile della procedura concorsuale. Le domande trasmesse tramite le Istanze on line del MIUR, pertanto, possono avere i seguenti due stati della domanda:
domanda “inoltrata”, se quanto dichiarato dal candidato nell’istanza di partecipazione (titoli di abilitazione / specializzazione/ servizio) già inoltrata, coincidono con i dati del docente già acquisiti al sistema informativo e presenti nella banca dati del Miur (validazione tecnica della domanda, suscettibile di controllo successivo da parte dell’USR responsabile della procedura);
domanda “inoltrata per convalida”, qualora questa corrispondenza ‘tecnica’ tra quanto dichiarato dal candidato e i dati presenti a sistema non vi sia. In tal caso, il controllo sarà a cura dell’USR responsabile della procedura (validazione amministrativa da parte dell’USR).

L’ulteriore verifica e validazione da parte dell’USR competente avviene per esempio nei seguenti casi: – candidati per il posto di sostegno che conseguano la specializzazione entro il primo dicembre 2018 (candidati inclusi con riserva);
– candidati per posto comune o di sostegno i cui titoli di accesso non risultano, in tutto o in parte, già acquisiti al sistema informativo e ai quali il sistema abbia chiesto di autocertificarne il possesso tramite la compilazione di sezioni dedicate sul modello di istanza presente su POLIS;
– candidati per posto comune o di sostegno che siano in attesa del documento di riconoscimento del titolo conseguito all’estero e per il quale, entro la data termine per l’inoltro della domanda, abbiano prodotto domanda alla Direzione Generale Ordinamenti Scolastici (candidati inclusi con riserva).

D. Ho il diploma del liceo socio psicopedagogico conseguito entro l’A.S. 2001/2002. Se posseggo le due annualità di servizio specifico richieste nel bando, posso partecipare al concorso?
R. Sì.

D. Sono un docente di ruolo in possesso dei requisiti di servizio richiesti. Posso dichiarare il servizio prestato con un’unica data di inizio e di fine?
R. No, i sevizi devono essere dichiarati per singolo anno scolastico anche se il servizio di ruolo non si è interrotto.

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Generazioni connesse

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Lancio dell’App “Generazioni Connesse” per l’accesso a contenuti didattici e pedagogici da utilizzare a casa o in classe.

Iscrivi la tua scuola o il tuo Istituto.

da: generazioniconnesse

 

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Il progetto è coordinato dal MIUR-Direzione Generale per lo studente, con il partenariato di alcune delle principali realtà italiane che si occupano di sicurezza in Rete: Ministero dell’Interno-Polizia Postale e delle Comunicazioni, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Save the Children Italia, SOS Il Telefono Azzurro, EDI onlus, Movimento Difesa del Cittadino, Università degli studi di Firenze, Università degli studi di Roma “La Sapienza”

E’ un progetto co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma The Connecting Europe Facility (CEF) – Safer Internet. Come nelle precedenti edizioni, nel progetto SIC III “Generazioni Connesse”, le scuole sono invitate a riflettere sul loro approccio alle tematiche legate alle competenze digitali, alla sicurezza online e ad un uso positivo delle tecnologie digitali nella didattica. Ogni scuola coinvolta identifica rispetto a questi ambiti i propri punti di forza e debolezza, nonché gli ambiti di miglioramento e le misure da adottare per raggiungere tale miglioramento. L’obiettivo del processo è quello di fare in modo che ogni scuola possa riuscire a dotarsi di una “e-policy” interna, ovvero un documento di indirizzo che includa:
Adozione di misure di prevenzione e di gestione di situazioni problematiche relative all’uso di Internet e delle tecnologie digitali;
Assunzione di misure atte a facilitare e promuovere l’utilizzo delle TIC nella didattica.

Possono iscriversi tutti i Circoli didattici, Istituti Comprensivi e Scuole Secondarie di Primo Grado italiane, sia pubbliche che parificate. In particolare il percorso è rivolto alle classi quarta e quinta della Scuola Primaria e a tutte le classi della Scuola Secondaria di Primo Grado. Le adesioni al Progetto sono regolate da più scadenze nel corso degli anni scolastici in oggetto (a.s. 2016/2017 e 2017/2018).

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Bando Erasmus+ 2019

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Bando Erasmus+ 2019

3 miliardi di euro PER Istruzione e formazione e altro.
L’invito a presentare proposte del 2019 per il programma Erasmus+. l’invito a presentare proposte del 2019 per il programma Erasmus+.

da: Indire e EUR LEX

L’invito a presentare proposte del 2019 per il programma Erasmus+. l’invito a presentare proposte del 2019 per il programma Erasmus+.

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3 miliardi di euro (+10% rispetto al 2018) da investire nei giovani europei e nella creazione delle Università europee.
Il bilancio totale destinato alla Call 2019 è stimato in 2.733,4 milioni di euro (10% in più rispetto al 2018) così ripartiti:
Istruzione e formazione: 2.503,4 milioni di euro
Gioventù: 167,7 milioni di euro
Jean Monnet: 13,7 milioni di euro
Sport: 48,6 milioni di euro

Qualsiasi organismo, pubblico o privato, attivo nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport può richiedere finanziamenti nell’ambito della Call 2019 per il programma Erasmus+. Possono inoltre fare domanda i gruppi di giovani attivi nell’ambito dell’animazione socio-educativa, anche se non costituiscono un’organizzazione giovanile.

Oltre all’invito a presentare proposte, la Commissione ha pubblicato anche la Guida del programma Erasmus+ in tutte le lingue ufficiali dell’UE. Il documento contiene informazioni dettagliate su tutte le opportunità per studenti, personale, tirocinanti, insegnanti e altre categorie disponibili nell’ambito di Erasmus+ per il 2019.

L’invito a presentare proposte del 2019 per il programma Erasmus+. l’invito a presentare proposte del 2019 per il programma Erasmus+.

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Alternanza Scuola Lavoro

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Alternanza Scuola Lavoro, accordo MIUR-MISE: cosa cambia ora per studenti e aziende.

da MIUR

Rafforzare le competenze dei giovani e favorire l’orientamento verso una scelta formativa e occupazionale consapevole al termine del percorso di studi. Potenziare attività laboratoriali, metodologie didattiche innovative e modalità di apprendimento al di fuori dell’ambito scolastico per dare ai ragazzi la possibilità di sviluppare maggiori e diverse conoscenze e abilità. Stimolare una sempre maggiore collaborazione tra il sistema educativo di istruzione e formazione, i territori e il mondo del lavoro. Informare le studentesse e gli studenti iscritti alle scuole secondarie di secondo grado in maniera adeguata sulle opportunità e sugli sbocchi occupazionali a loro disposizione.

Sono alcuni degli obiettivi del Protocollo d’intesa tra il Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca siglato oggi a Pomigliano d’Arco dal Ministro Luigi Di Maio e il Sottosegretario Salvatore Giuliano. La firma è avvenuta nell’ambito del convegno “Giornata delle Telecomunicazioni” che si è tenuta presso l’Auditorium dell’Istituto tecnico statale settore tecnologico “E. Barsanti”.

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Prove Invalsi ed esami di Stato: cosa c’è di nuovo?

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Quadri di riferimento, prove Invalsi ed esami di Stato: cosa c’è di nuovo?

Le risposte del Congresso.

Tra le risposte da sottolineare: rassicurati i docenti del liceo scientifico circa l’atteso “quadro di riferimento” per la redazione della prova scritta di matematica della maturità. La pubblicazione dei “quadri” per tutte le disciplne è data per imminente ed è probabile che nello spirito delle Indicazioni Nazionali il quadro per la matematica miri a rivalutare: la geometria euclidea e il processo dimostrativo, il calcolo algebrico e il calcolo infinitesimale (senza eccessivi formalismi), gli aspetti storici e culturali, mentre per alcuni temi quali le matrici, l’informatica, le equazioni differenziali pur essendo tra gli obiettivi specifici di apprendimento delle Indicazioni è probabile che non saranno inclusi tra i “nuclei tematici fondamentali” per la definizione delle prova scritta di giugno 2019.

 

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Pensionamenti scuola: domande

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Pensionamenti scuola: domande.

da CGIL Scuola

Entro il 12 dicembre le domande online

È stata pubblicata la nota operativa 50647 del 16 novembre 2018 e la tabella con i requisiti relativa ai pensionamenti del personale della scuola dal 1° settembre 2019, in attuazione del Decreto Ministeriale 727 del 15 novembre 2018.

La scadenza per la presentazione delle domande di dimissioni volontarie dal servizio (e l’eventuale richiesta di pensione più part-time) per il personale della scuola (docenti/educatori e ATA) è fissata al 12 dicembre 2018. Per i dirigenti scolastici il termine per la presentazione delle istanze è il 28 febbraio 2019.
Sempre nelle stesse date è possibile revocare la domanda di dimissioni che va condizionata all’effettivo possesso dei requisiti.

Per le dimissioni relative alla fruizione dell’istituto dell’APE sociale, in vista di modifiche normative, è prevista una specifica circolare.

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La signora maestra

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La signora maestra. Considerazioni sulla scuola di un tempo.

ELOGIO DELLA SIGNORA MAESTRA

 

Comunicato dell’Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante

Quando il livello degli apprendimenti forniti da un sistema scolastico nazionale decade in modo sensibile, è opportuno guardarsi indietro e chiedersi come mai ciò sia successo. La fase dell’analisi deve precedere quella dell’intervento, altrimenti quest’ultimo rischia di non centrare il bersaglio, anzi di inoltrarsi sulla strada sbagliata perpetuando l’errore.

Di fronte a una diffusa incapacità dei nostri alunni di scrivere in modo corretto – non si dice efficace, meno che meno elegante – di risolvere problemi matematica semplici, di collocare i principali eventi storici sulla linea del tempo, o di orientarsi in modo anche elementare nel sapere geografico, è dunque opportuno procedere per confronti, assumendo come termine di paragone una fase storica in cui la situazione era diversa ma, allo stesso tempo, sufficientemente omogenea rispetto all’ attuale. Non, per intenderci, la scuola “classista” (come oggi si sente dire, e ci esentiamo qui dall’entrare nel merito) modulata dalla triade Casati – Coppino – Gentile, la quale, in tutti i sensi troppo lontana dalla nostra, minerebbe alla base  la possibilità di un raffronto.

Andiamo dunque indietro nel tempo, ma non troppo, fermandoci alla nascita della Scuola Media Unificata (1963) la quale, qua e là ritoccata, è ancor oggi vigente. Diciamo che prendiamo di mira gli anni ’63 – ’70, quando si usciva dalle elementari ben altrimenti ferrati,  e la scuola media, quantunque unificata, non danneggiava più di tanto il prodotto.

Ci imbattiamo così  in una mitica figura: la “signora maestra”. C’era di certo, in quegli anni, anche  il “signor maestro”, assai più rappresentato, numericamente, di quanto non sia oggi. Ma per ragioni di comodità e anche un po’ di galanteria ci riferiremo, in questa righe, alla prima.

Quello che ci interessa comprendere è come e perché una tale figura che aveva alle spalle solo quattro anni di studi medio-superiori frequentati presso il defunto Istituto Magistrale, e che operava in classe, sostanzialmente, in splendida quanto ardua solitudine, sia riuscita a fare ciò che non riesce oggi a interi team di docenti laureati, dotati oltretutto di strumentazioni didattiche elettroniche che la Nostra neppure poteva sognarsi. Come cioè sia riuscita  a edificare le basi di una cultura nazionale mediamente solida, consistente in capacità linguistiche e matematiche di tutto rispetto, e conoscenze storiche e geografiche altrettanto ragguardevoli.

Diciamo subito che metteremo da parte le motivazioni di natura sociologica. Non tanto perché siano false, ma perché non sono utili ad affrontare il tema. Quand’anche  puntassimo il dito sulla conclamata crisi della famiglia, infatti, la nostra riflessione non ne trarrebbe vantaggio. E neppure se sottolineassimo le difficoltà determinate dalla presenza in aula di alunni di diversa origine culturale e linguistica, questione (sulla quale AESPI ha recentemente proposto classi ad hoc con aumentato monte ore linguistico) che attualmente si affronta con i classici pannicelli caldi, nonché cautelosi e politicamente corretti.

Neppure la nota argomentazione che pone l’accento sull’accresciuta complessità del sapere, e con ciò giustifica la presenza di un corpo insegnante numericamente più cospicuo e dotato di istruzione accademica, sembra  convincente. Il sapere non è mai stato semplice, e inoltre le basi di una cultura (perché è delle basi che stiamo parlando) non si costituiscono studiando la meccatronica o la chimica-fisica, e neppure la psicocritica letteraria.

Dunque cerchiamo di rimanere, per così dire, dentro il sistema, e di capire perché quello degli anni cinquanta-sessanta, in apparenza così povero, funzionava, e il nostro no.

Sicuramente la signora maestra, quando era a scuola, faceva soprattutto lezione. Le sue incombenze burocratiche erano limitate, e poteva così utilizzare tutte le sue risorse mentali e nervose per quello che rimane l’essenza dell’istituzione, cioè la oggi vituperata lezione frontale. Non doveva preoccuparsi di “certificare” ciò che i suoi alunni sapessero o non sapessero, limitandosi a valutare numericamente le loro interrogazioni e i loro elaborati.

Sicuramente la signora maestra godeva in classe di un rispetto che prescindeva dal grado di “autorevolezza” personalmente posseduto. Anche se magari noiosetta nelle spiegazioni e petulante nei fervorini, la si ascoltava limitandosi a sbuffare un po’ di nascosto. Poteva non essere autorevole, ma aveva comunque l’autorità: quella del suo ruolo. Se uno studente le avesse tirato addosso una sedia, se una mamma le avesse sputato in faccia, sarebbero stati presi illico et immediate provvedimenti tali da convincere l’uno e l’altra di non osare mai più tanto, e da lasciare loro un ricordo indelebile nonché istruttivo circa le conseguenze che le proprie azioni possono avere a questo mondo.

La signora maestra aveva un programma di studi al quale si doveva attenere, e che garantiva l’unità culturale della Nazione, cioè il fatto che le generazioni potessero parlare capendosi. Questo programma veniva svolto impartendo prima di tutto delle nozioni, le quali avevano come conseguenza, e non come premessa, il saper eseguire dei compiti (scrivere un buon tema, risolvere il problema, rispondere correttamente al questionario). Non esistevano test a risposte chiuse, di fronte ai quali la nostra insegnante si sarebbe chiesta quale vento di follia stesse spirando. Le risposte alle domande dovevano essere discorsive, in modo da non smarrire per strada le capacità espositive. Le “competenze” si maturavano sulla base delle nozioni impartite e apprese e delle esercitazioni assegnate dall’insegnante, non venivano programmate predisponendo “scenari” e proponendo “problem solving”.

La signora maestra non godeva neanche nei fifties di un lauto stipendio, ma di una decorosa considerazione sociale, sì. Nessun uomo politico si sarebbe sognato di dichiarare che nei mesi estivi avrebbe dovuto rimanere a disposizione a scuola per fare da badante ai ragazzini e sollevare così da tale incombenza genitori e nonni.

Ecco: con questi strumenti semplici e di buon senso, con questa dignitosa povertà di mezzi, con l’autorità conferitale dal riconoscimento sociale del suo lavoro, la signora maestra, in quell’Italia che risentiva ancora dei postumi della guerra, andava facendo gli italiani.

Il tempo passa, e le epoche e le fasi storiche, si sa, non si recuperano come un vecchio abito dimenticato nel fondo di un armadio. Non sarebbe neppure giusto cercare di farlo. Ma è lecito chiedersi se quella semplice maestra non laureata, quella  signora maestra, possa ancora indicarci una strada – non esattamente la sua, ma analoga almeno nei principi generali e fondanti – per uscire dalla palude in cui ci siamo intrappolati.

Milano, 20.11.2018

Alfonso Indelicato – Responsabile della Comunicazione A.E.S.P.I.

 

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Abolizione materie e scelta insegnanti

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CONVEGNO ANP 

da ANP – ANSA

La scuola del futuro al MAXXI – bellezza, efficacia, sicurezza

Via le materie, ovvero superamento delle discipline scolastiche a favore degli argomenti; via le|graduatorie, lasciando al dirigente scolastico la possibilità di scegliere gli insegnanti supplenti sulla base delle competenze…

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Privacy e alunni

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T

PRIMA O POI DOVEVA SUCCEDERE: DENUNCIA ALLA POLIZIA POSTALE

Video degli alunni sul web, la maestra viola la Privacy”

Lo dicevamo da tempo nelle varie occasioni di formazione docenti sia a livello regionale che nazionale. Si percepisce in modalità diffusa la carenza di personale esperto in materia, complessa e soggetta a numerosi aggiustamenti nel tempo, nel mondo scuola. Il rischio è alto, soprattutto per quei docenti animati dall’idea di praticare una didattica contemporanea che ha il suo fulcro nelle tecnologie Didattiche con tutte le conseguenze del caso. 

 Pubblicare immagini di minori che facilitano la loro identificazione è un’azione impossibile: non basta una semplice liberatoria del genitore, il Garante lo ha affermato con chiarezza.

Ma il settore delle immagini e dei video non è l’unico scenario in causa. Consideriamo l’utilizzo di piattaforme, forum, siti personali. 
Quanti insegnanti, animati da propositi costruttivi, hanno creato una piattaforma personale (esempio fra tutti Edmodo che fino a poco tempo fa andava di gran moda) inserendovi i dati personali dei propri alunni. Si può fare?  sappiamo che in Italia solo a 14 anni è possibile avere un account di posta elettronica indispensabile ad iscriversi ad ambienti come Moodle.

I dati personali degli studenti dovrebbero appartenere ed essere gestiti dall’Istituto e non dai docenti. E’ come immaginare che un medico ospedaliero utilizzasse i dati dei pazienti per il suo studio privato? Senza considerare che in una piattaforma gestita privatamente possono confluire elaborati come temi contenenti situazioni personali o familiari. 

Ci troviamo quindi di fronte a scenari complessi e delicati dove si cammina su campi minati con conseguenze importanti. Certo è che farlo con gli occhi bendati, senza l’adeguata preparazione e competenza, è un comportamento da evitare con grande attenzione.

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Tempo Pieno

Eventi locali, nazionali e internazionali.

Tempo pieno in tutte le scuole elementari». Emendamento M5S

La proposta, approvata in Commissione Cultura, ora dovrà passare dalla Commissione Bilancio. C’è il problema delle coperture finanziarie anche se per ora si parla solo di 2.000 maestre in più (su 15 mila scuole)Da: Corriere della Sera – scuola

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